Appena aprii leggermente la porta dell’ambulatorio per vedere se c’erano altri clienti in sala d’attesa mi imbattei nel naso di un piccolo cane che con il suo muso stava facendo una certa pressione per entrare. Io pensai che la donna che intravedevo seduta ad aspettare il suo turno si fosse accorta dell’iniziativa del suo cane ma mi sbagliavo perché, spiazzata da questo improvviso movimento in avanti del cane che intanto era già passato attraverso la porta semichiusa, la donna non ebbe la prontezza di riflessi di bloccare l’estensione del guinzaglio e il cane entrò con un certo impeto all’interno dell’ambulatorio.
“Che entusiasmo!” dissi cercando di afferrare il guinzaglio che mi stava lasciando la sua impronta sui pantaloni.
“Si, si, mi scusi” disse la donna cercando di gestire quella situazione ingarbugliata” lui è sempre così, è molto attivo, curioso e invadente….”.
“Vedo, vedo…” dissi alla donna cercando di aiutarla a gestire l’esuberanza del piccolo terrier ”sono di razza un po’ così…” aggiunsi.
“Sì, sì, penso anch’io che è la razza” mi rispose al volo la donna “Jack, vieni qui! Così… dai, fai il bravo”.
Intanto che osservavo il movimento di Jack dentro la stanza, il suo muoversi lungo la parete, tra le gambe della scrivania e delle sedie, chiusi leggermente gli occhi e feci in modo che “l’aria che spostava” Jack, risuonasse profondamente dentro di me, dentro il mio corpo.
Immediatamente sentii che tutti i muscoli si stavano irrigidendo; le spalle, le braccia, le gambe… tutto il mio corpo entrò in risonanza con l’esperienza interiore di Jack e la tensione che lui stava sperimentando, in quel momento, la sperimentai anch’io.
“Come mai ha scelto un cane così…”tirato”?” domandai alla donna che intanto si era più o meno seduta sulla sedia cercando di accorciare il più possibile il guinzaglio a Jack.
“Mi piaceva il tipo” rispose lei.
“Cioè, che tipo?”.
“Cioè com’è, come è lui, il suo modo di essere…”.
Mentre mi rispondeva la donna depositò un cartellina contenente il materiale sanitario del cane, il libretto, ricette e analisi ematiche varie; vidi che su tutte era indicato come referente un medico di Padova.
“Ma lei non è di Trieste?” le chiesi.
“No, sono della provincia di Padova”.
“Per curiosità, ha trovato facile l’ambulatorio? Intendo dire: la strada per arrivare qui, ha avuto problemi a trovarla?”.
“Oh no “rispose la donna con piglio deciso “io non mi perdo mai; ho sia il navigatore che una cartina dettagliata di Trieste. In ogni caso avevo tutti i suoi numeri di telefono, sa per ogni evenienza”.
Il controllo… ecco la tensione che percepivo in Jack: il tenere tutto sotto controllo, sempre e comunque. L’avere ogni situazione sotto controllo, che nulla di diverso dal previsto possa avere alcun spazio per manifestarsi.
Ecco la tensione che percepivo in Jack.
Ma dov’è che il piano della Vita può allora manifestarsi? Come posso incontrare il mio Destino se nell’organizzazione della mia giornata non gli do nessuno spazio per manifestarsi? Come può la creatività della Vita esprimere se stessa se non gli offro uno spazio senza controllo dove farsi vedere? Dove farsi apprezzare?
Questi erano i pensieri che scaturirono quando mi misi in contatto con il mio corpo.
Pensieri che mi indicavano già la soluzione di ogni problema che affliggeva Jack.
Fiore californiano: Dandelion: i “tipi Dandelion” sono persone che pianificano nei minimi dettagli la loro esistenza; persone che agiscono sempre e comunque occupandosi di molte attività.
Per sostenere tale intensità di attenzione, esse pianificano eccessivamente la propria vita non tenendo conto delle possibilità naturali del proprio corpo. Questa essenza insegna come ascoltare più da vicino i messaggi che provengono dal copro e dalle emozioni portando all’individuo maggiore serenità e maggiore fluidità nella vita.
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Le foto sono tratte da Wikipedia.
Questo articolo è scritto dal dott. Cattinelli, veterinario, che collabora col mio blog. Per contattare il dott. Cattinelli visita http://www.stefanocattinelli.it/