Category Archives: Profumeria botanica

I Profumi amati da Venere

La figura della dea Venere è centrale in tutta la mitologia antica, ed essa è spesso associata alla presenza di profumi e sostanze odorose. Vedremo alcuni aromi che compaiono nella mitologia di Venere, dea dell’amore, ma forse più profondamente, dea del magnetismo che unisce le persone, dea delle relazioni e della loro “necessità”.

Innanzitutto, nell’inno orfico a Venere, troviamo un altro suo nome, Urania: Venere è infatti figlia di Urano, ma tale termine la designa probabilmente anche come “sostenitrice dei cieli”, come energia che presiede al magnetismo del cosmo, e come madre di Armonia. Tale qualità di armonizzazione del cosmo trova riflesso nella dimensione più terrena dei rapporti: ed ecco che Venere è la dea dell’amore umano, sia nel sentimento che nella carne. Sempre nell’inno orfico vediamo che sostiene e presiede proprio alle unioni tra esseri umani, e in generale a tutta la dimensione generativa.

autore: John William Goodward
autore: John William Goodward

Uno dei luoghi di Afrodite, secondo l’inno, è la Siria, “terra dell’incenso“. E con le resine questa dea ha una certa relazione: si innamora infatti di Adone, bellissimo figlio di Mirra, principessa che venne trasformata in questo albero portatore di resina odorosa dalla stessa Venere. Adone “nasce” proprio dall’albero di Mirra, e più tardi Venere se ne innamora a tal punto da contenderselo con Persefone.

Adone purtroppo morirà, e grazie al potere della dea (che verserà del nettare profumato) verrà trasformato nel fiore dell’anemone.

Ma Venere usa anche in altre occasioni il profumo come strumento di compassione: unge di essenza “celeste” di rose il corpo di Ettore (Iliade, XXIII) affinchè si conservi – e qui l’uso di un profumo “regale” vuole forse restituire tutta l’importanza e la virtù dell’eroe stesso.

Policarmo di Naucrati ci narra un altro momento in cui la dea si manifesta attraverso i profumi: un commerciante di nome Erostrato, che aveva con sè una statuetta della dea, si trova per mare in mezzo a una tempesta. Tutti i marinai della nave disperati si rifugiano accanto alla piccola statua di Afrodite posseduta dal commerciante, pregandola di aiutarli. Quando la disperazione è al culmine, la dea materializza accanto alla statuetta tanti rami di mirto, e sparge un profumo delizioso in tutta la nave. In questo modo la tempesta si quieta e il giorno dopo la nave arriva al porto con tutti i marinai salvi. Erostrato va al tempio di Venere portando la statuetta e i rami di mirto, e organizza un banchetto, durante il quale offre delle corone di mirto a tutti i convitati.

Il profumo di mirto, il profumo di rosa… Venere, dea dalle tante sfaccettature, compare nel suo aspetto compassionevole attraverso aromi intensi e avvolgenti, che sanno sollevare l’animo e che custodiscono e proteggono. Il profumo di mirto pare interessante come “àncora” di salvezza notturna in mezzo alla tempesta: in aromaterapia abbiamo il Myrtus communis chemotipo acetato di mirtenile, che è una essenza deliziosa per il relax, e che può forse aiutare a ritrovare un’àncora interiore in momenti…tempestosi o semplicemente donarci dei momenti sereni da soli o in coppia!

[Referenza bibliografica: “Il profumo nel mondo antico”, di Giuseppe Squillace, ed. Olschki]

Sensorialità e Ascolto di Noi stessi

Quando portiamo attenzione ai nostri sensi, a che cosa stiamo portando attenzione veramente?

I sensi sono sempre pensati come “esterni”, nel senso di percepire la realtà intorno a noi, ma in realtà i sensi sono intrinsecamente interni: cioè parlano primariamente di noi stessi. Per sentire dobbiamo esserci, e la sensorialità è una funzione interna – per questo possiamo sentire cose diverse anche davanti a una stessa esperienza.

Ascoltare della musica, il tono di una voce, il profumo di un fiore, il calore di un contatto: la nostra sensibilità è in grado di percepire tante cose quando si attiva. La sensorialità spesso richiede anche coerenza – cioè più sensi insieme, attivi, in qualche modo cercano coerenza negli stimoli che ricevono. Un esempio è il tono della voce in relazione a quanto una persona sta dicendo: non so se ti è mai capitato di mandare una mail, o un messaggio, e renderti conto che è stato frainteso perchè mancava il tono della voce, della tua voce che potesse esprimere come stavano le cose davvero.

La comunicazione non verbale è importante e probabilmente più importante di quello che pensiamo: uno sguardo può cambiare completamente il significato di una frase che stiamo dicendo. Scegliamo anche un profumo – e magari anche un colore – per esempio per comunicare qualcosa, per il quale non abbiamo parole (o non abbiamo il coraggio di dirle!).

Corso di Aromaterapia e Profumeria Botanica

Questo mondo non verbale trova nell’olfatto una espressione elettiva; gli odori sono veicolo di comunicazione in ogni caso, sia che essi siano piacevoli, sia sgradevoli. In Aromaterapia poi abbiamo a disposizione tantissime sostanze le cui storie, le cui provenienze, ci possono insegnare qualcosa anche di noi. Non dimentichiamo che da sempre aromi e profumi sono mezzi privilegiati anche della devozione spirituale, della preghiera, dell’anelito della persona verso il divino.

La storia della spiritualità è interlacciata con la storia dei profumi, perchè l’uomo da sempre cerca modi di connettersi con le proprie parti più sottili, con una visione del mondo più ampia, con quelle parti di sè più profonde che nella coscienza abituale non sono facilmente accessibili.  La storia dei profumi spirituali è storia dei riti, delle tradizioni, dei modi che l’essere umano ha trovato per prendere contatto con la propria consapevolezza olistica; e ad essa possiamo avvicinare la storia dei canti, dei miti, delle narrazioni – la storia delle liturgie e dei modi che l’essere umano ha cercato e trovato sia per vivere un proprio percorso spirituale individuale sia collettivo.

Ecco che i sensi allora possono essere “strumenti” non solo di benessere ma anche di ricerca; perchè l’ascolto come dicevamo prima è sia esterno (ascolto una musica, annuso un olio essenziale) sia interno (che cosa provo? come mi sento?).

Quando poi parliamo di “sesto senso” in realtà stiamo parlando proprio di quella capacità interiore che abbiamo di elaborare le sensazioni per comprendere qualcosa che non è evidente e immediato – insomma per cogliere la realtà così com’è al di là delle apparenze. Il sesto senso è anche chiamato intuito, e in molti altri modi: è una forma di intelligenza, non è qualcosa di veramente “esoterico”, perchè è disponibile a tutti noi, solo che non vi facciamo affidamento.

Soprattutto in situazioni di stress e stanchezza, di esaurimento e di tensione, ritornare ai sensi, recuperare il sesto senso, rieducarsi all’ascolto interno ed esterno è fondamentale, per poter attingere a quella sapienza che è patrimonio di tutti e che si trova dentro ciascuno di noi.