Sono in mezzo a una nube profumata, un po’ overwhelming.
Penso alla profumeria botanica come profumeria di ricerca interiore, come canale di espressione personale utilizzando materie prime che sono espressione integrale della pienezza della natura. Che cosa significa estrarre delle molecole da questa perfezione per create qualcosa di interamente nuovo? Per come la vedo ora lo trovo possibile, restando sull’idea di isolare delle componenti da un intero per ottenere una sfumatura ‘migliore’. Un po’ come usare dei pastelli altamente evoluti. C’è’ qualche sostanza chimica che possa darci veramente qualcosa di più rispetto alla creazione naturale? E questo di più che cosa sarebbe? La scelta di alcune molecole all’interno di un set naturale può essere intrigante; un po’ come accentuare una sfumatura. La chimica in fondo e’ uno strumento analitico che può dare la possibilità di utilizzare dei pennelli di finissima punta. La ricostruzione di molecole invece con lo scopo di ricreare a basso prezzo odori di impatto e intensità di fatto parte da un presupposto errato e non può avere secondo me conseguenze positive. Il profumo è un canto che non può essere emesso risparmiando su voce, corpo, salute e interezza. Il profumo è un canto che merita rispetto, una voce che va restituita a ognuno, come diritto di nascita…l’anima ha tanti modi di esprimersi e il profumo è uno di questi.
Grande Elena, sono pienamente d’accordo con te
Grazie Mariarita 🙂
… o anche una pittura, una musica…. 🙂
Non si puo’ che condividere al cento per cento. Brava Elena!