[English version of the article: Aromatherapy and meditation]
Anni fa frequentai un residenziale di Vipassana, una forma di meditazione che prevede di tenere il silenzio; rimasi in silenzio quasi 10 giorni , mentre condividevo questa esperienza con altre persone, che vidi ogni giorno alzarsi all’alba, meditare, fare colazione, meditare, pranzare, meditare, cenare, stare insieme, in silenzio.
Di quei giorni ricordo la profondità della tecnica e quanto giorno dopo giorno, quel silenzio, quella pratica, permettesse un contatto con sè stessi come non avevo quasi mai avuto. Poichè per me non era per niente facile, verso ora di pranzo salivo al primo piano di una delle residenze che ci ospitava, mi siedevo e guardavo il paesaggio collinare, molto bello, molto pacifico. Dentro di me la chiamavo “la mia televisione”; mi riservavo quel momento per distendere lo sguardo su quelle colline, sulla loro forma, il loro movimento.
Poi assistevo alla vita delle mie compagne di percorso, e provavo una profonda compassione per ognuno di noi, osservando la determinazione e il sacrificio che ognuna stava vivendo. Non era facile per nessuna di noi, ma sapevamo che “quella cosa lì” ci stava facendo del bene, anche se non era una passeggiata.
La consapevolezza che ho raggiunto in quei giorni mi è stata preziosa, e credo di essermi avvicinata a una percezione autentica di che cosa sia la meditazione, anche se uso questa parola con cautela, e forse sarebbe preferibile parlare di mindfullness, o di capacità di essere nel proprio presente.
Detto questo, negli anni ho poi provato a vivere alcuni oli essenziali come supporto al percorso di presenza mentale; sebbene ovviamente l’aromaterapia non sia indispensabile, credo possa supportarci interiormente, soprattutto quando dobbiamo creare uno spazio protetto lì dove ci troviamo, ovunque sia.
Una scelta è certamente l’olio essenziale di Incenso (Boswellia sacra), che “da sempre” è una essenza che aiuta le persone a connettersi con qualcosa di più ampio di sè; con quel senso di direzione che è nostro ma che risponde a qualcosa di più ampio. Gli alberi di incenso crescono anche in condizioni estreme, dimostrando forse che la connessione con il proprio sè profondo può avvenire in ogni circostanza.
Ci sono tanti tipi di incenso in realtà, e una essenza più pungente ma che apprezzo è l’incenso indiano, Boswellia serrata. Per certi versi meno etereo della Boswellia sacra, questa pianta mi ricorda il vigore del carattere indiano, la determinazione che ho visto così tante volte sui volti delle persone che ho incontrato in India. Un carattere forgiato dalle difficoltà, e a volte un mercantilismo che dimostrava quanto bisognasse rendersi furbi in un ambiente nel quale spesso “la coperta era troppo corta per essere per tutti”. Sulla negoziazione ci battevano sempre, perchè vivevano in un ambiente molto meno garantito del nostro, o almeno così sembrava a me.
Da non dimenticare anche il Sandalo, oggi soprattutto Santalum austrocaledonicum, anche se tradizionalmente era Santalum album. Uno dei regali più belli che mi fece un amico fu dirmi un giorno “quando sei arrivata mi è venuto in mente il legno di sandalo”.
Si può utilizzare l’olio essenziale in diffusione nell’ambiente, o farne un roll-on, con olio di jojoba, per ristorare il nostro cuore e la nostra mente. Perchè non provare un roll-on da meditazione:
In 10 ml di olio di jojoba:
3 gocce di olio essenziale di Boswellia sacra
3 gocce di olio essenziale di Boswellia serrata
3 gocce di olio essenziale di Sandalo
Per ricordarci che possiamo sempre sentirci “a casa”.