Sabato abbiamo trascorso insieme una giornata dedicandoci all’ascolto delle essenze e di noi stessi. Abbiamo incontrato gli aromi, ci siamo dati il tempo di entrare in risonanza con essi, lasciando emergere sensazioni, intuizioni, immagini, parole, gesti.
Ci siamo allenati a fare dell’aromaterapia una pratica di Consapevolezza, una pratica che potremmo definire “meditativa”. Lasciando spazio alle sensazioni che proviamo, alla leggerezza, alla pesantezza, alla luminosità, al buio, al calore, alla freschezza…e molto altro, abbiamo ritrovato nelle essenze parti di noi stessi. Pian piano il nostro profumo personale si è manifestato, come un autoritratto sensibile, una immagine olfattiva che parla di noi e ci fa bene.
Abbiamo parlato di ciò che siamo davvero, ci siamo raccontati del bene che portiamo dentro e delle difficoltà, insicurezze, fragilità che ci hanno messo in cammino e ci hanno permesso di essere straordinariamente umani.
La nostra epoca attuale è profondamente instabile, in movimento, in mutazione – e se da una parte questo apre molte possibilità di sviluppo, dall’altra chiede sempre di più che ognuno di noi sia consapevole, centrato, in ascolto di sè, altrimenti rischiamo di venir “portati via” da una corrente che non è la nostra.
Ti invito a prendere parte ai prossimi corsi di profumeria botanica, che saranno sempre luoghi di ascolto sensibile, luoghi protetti in cui potrai rigenerarti, oasi dell’anima che per chi ancora sente la voce della propria, e anche per chi non la sente ma sa che c’è e vuole ritrovarla.
Ti aspetto a Torino il 7 ottobre e a Bologna il 14 ottobre; per Milano invece sto cercando una associazione che mi ospiti nei prossimi mesi. A presto!
L’olfatto è il senso più antico che abbiamo ed è in diretta connessione col sistema limbico. Questo significa che gli odori sono in grado di raggiungere i centri profondi della nostra memoria, delle emozioni, e della regolazione di alcune funzioni fondamentali per l’organismo, quali quelle ormonali.
Certamente i profumi e gli aromi sono un linguaggio che possiamo paragonare a quello dei colori e di altre forme espressive come la musica; abbiamo la capacità innata di “pensare per profumi” e di trovare in essi una possibilità di espressione.
Utilizzando gli aromi, abbiamo in mano dei “colori” con i quali possiamo evocare stati interiori, memorie, e i nostri bisogni attuali. Durante i workshop di profumeria botanica nei quali utilizziamo la Theory U di Otto Scharmer per la facilitazione del processo di creazione, le persone attraversano il percorso in modo sensibile e sensoriale.
Vediamo come si possa attraversare un percorso di consapevolezza sensoriale attraverso la Theory U:
1- co-iniziare: ogni partecipante esprime il suo momento presente, i suoi desideri, la sua intenzione per il workshop; si crea uno spazio nel quale si possa “guardare con occhi nuovi”, cioè privi di giudizio su se stessi e gli altri;
2- co-sentire: l’esplorazione di un certo numero di essenze permette una esplorazione del “campo” sensoriale, con aromi provenienti dal territorio italiano e da tutto il mondo. Da questo punto di vista l’aromaterapia e la profumeria permettono sia un radicamento rispetto al proprio territorio, selezionando materie prime conosciute sia un ampliamento della conoscenza percettiva sentendo aromi di luoghi lontani, che possono essere stati raccolti in diverse parti del mondo.
In questo l’orizzonte sensoriale si amplia e con esso le possibilità di espressione; nasce una nuova consapevolezza dei contesti sensoriali di luoghi spesso conosciuti solo attraverso le immagini e i racconti. L’ampliamento delle possibilità espressive corrisponde sempre ad un ampliamento della consapevolezza di sè – se mi scopro in risonanza con un fiore tropicale di cui neppure sapevo l’esistenza, rifletterò su che cosa mi ispira di quel profumo mai sentito, mi scoprirò con una qualità che prima non conoscevo (trovo cioè uno “specchio” del quale non sapevo neppure l’esistenza), magari inizierò a interessarmi al suo luogo di provenienza, alle persone di quei luoghi, la loro cultura, per capire meglio il profumo che ho appena conosciuto.
3- presenza (presencing): il processo di olfazione avviene in silenzio, e dandosi il tempo-spazio di poter raccogliere tutte le “informazioni olfattive” necessarie. Non solo, si annusano le essenze e si “ascoltano” vivendo una meditazione in azione, cioè seguendo l’intuito e lasciandosi orientare dai sensi e restando ancorati alla percezione di sè che ne emerge.
4- cristallizzare (crystallizing): da questa esplorazione sensoriale e coscienziale, nascono in modo spontaneo delle associazioni olfattive, degli abbinamenti che “parlano” alla persona e le piacciono. In questo modo si attua in modo naturale un inizio di prototipazione, che non ha regole fisse, ma viene lasciata alla sensibilità della persona.
5- prototipare (prototyping): la persona “crea il suo profumo”, crea cioè la propria sinergia personale, valutandola di persona e chiedendo eventualmente un confronto; alla fine del suo processo personale di creazione, ogni persona offre all’ascolto olfattivo del gruppo il suo lavoro, ricevendone un mirroring in forma di colori, ispirazioni , immagini, disegni. Spesso è incredibile come il mirroring sia “perfetto”, restituendo alla persona sensazioni e immagini che lei stessa aveva usato e percepito durante la creazione del profumo. La persona cioè crea in modo olfattivo una fotografia di sè, dipinge un quadro che parla di sè e che le permette di sentirsi a suo agio.
“L’intelligenza olfattiva” è una forma di consapevolezza creativa accessibile a tutti. E’ una forma di arte-terapia che può facilitare l’autocoscienza, la creatività, dando “voce” alle necessità espressive di sè presenti nell’essere umano. Il “prodotto” di tale creatività viene successivamente utilizzato nel quotidiano, e come tale è un prodotto transitorio, non pensato per durare per sempre, quanto piuttosto per facilitare il momento presente.
Avendo creato una formula, la persona potrà anche successivamente ricreare il profumo – la parte sensoriale in questo è transiente, mentre la formula resta “per sempre” (la formula è l’architettura formale che può essere interpretata perchè chiaramente la scelta delle essenze ha un senso anche psicoaromatico).