Domenica sono andata a trovare un’amica, Susanna, che ha una azienda agricola vicino a Voltri, Genova. Faceva decisamente caldo, ma quel giorno avevamo deciso insieme di fare una distillazione dell’olio essenziale di Elicriso, e così Susanna e alcuni suoi colleghi avevano raccolto la pianta fresca il giorno prima.
Così ci siamo trovati davanti 25 chili di Helichrysum italicum, e abbiamo preparato la distillazione tutti insieme. Susanna ama gli oli essenziali e grazie alla collaborazioni di colleghi e amici può distillarli con un distillatore autoprodotto.
L’Elicriso ha un odore caratteristico, che per la sua intensità piace o non piace (difficile le vie di mezzo). I suoi fiorellini gialli hanno una specie di odore di liquirizia (giusto per capirci), veramente pieno e aromatico.
Durante la distillazione l’odore si sparge intorno al distillatore, e in effetti avvicinandoci più volte ci siamo resi conto che stavamo veramente respirando elicriso allo stato puro, un vero aerosol!!!
La raccolta dev’essere fatta poco prima della distillazione, altrimenti la pianta secca…e così il raccolto del sabato è stato distillato alla domenica, con noi che assistevamo a questa meraviglia, sempre una magia, anche se sai come funziona…
La magia della distillazione in corrente di vapore è che del semplice vapore è in grado di “spostare” gli oli essenziali e toglierli dalla pianta; questi poi si separano dall’acqua perchè con essa non sono mescolabili e il freddo li separa ulteriormente.
Facendo una distillazione poi ti rendo conto veramente di quanta pianta serva per produrre dell’olio essenziale. Quando ti dicono, per esempio con la lavanda, che servono almeno tre chili di pianta per fare 10 ml di olio essenziale, ci credi ma non ti rendi spesso conto di cosa significhi. Vedere 25 chili di elicriso diventare alcuni millilitri di olio essenziale ci ha fatto toccare con mano ancora una volta che cosa significhi utilizzare degli oli essenziali, di che cosa stiamo parlando veramente quando vediamo un flacone da 10 millilitri di essenza.
Per confermare il tutto, abbiamo potuto verificare quanto descritto nei testi scientifici, che la resa dell’elicriso si attesta intorno allo 0,3 – 0,5 percento…quindi ne serve una quantità enorme per produrre pochissimo olio essenziale.
Il caro elicriso però merita attenzione, perchè come pianta è utilissima, e nel caso tu ce l’abbia a mano, puoi sempre farne un oleolito o una macerazione alcolica.
Gli antichi ne parlano praticamente tutti; ne parlano Galeno, Dioscoride, Plinio il Vecchio…per la sua attività calda e disseccante, oltre che deostruttiva.
Oggi noi lo conosciamo soprattutto per le sue qualità di drenaggio, tanto che applicato su ematomi e simili dà velocemente ristoro e li fa sgonfiare e ridurre.
L’ho usato con soddisfazione anche per problemi di circolazione venosa e linfatica, per fare l’effetto “gambe leggere”, e come antinfiammatorio in casi di dolori cervicali, lombari, eccetera. In questi casi non lo uso puro, ma diluito in un olio vegetale.
In sintesi possiamo dire che questo olio essenziale può essere utile a:
– per gli ematomi
– per problemi di circolazione venosa e linfatica (“gambe pesanti”)
– artrite; dolori cervicali e lombari
– problemi di pelle tipo couperose
– è un disintossicante del fegato, ma l’uso interno è riservato alla supervisione di un medico, e non è indicato durante l’allattamento e la gravidanza.
Ho ancora nelle narici la forza del profumo dell’elicriso, questa aromaticità profonda che è inconfondibile. Se può interessarti contattare Susanna e i suoi amici, rivolgiti all’associzione “I contadini della Vesima”, Susanna 338 6401542 e Gabriele 333 8427687 vicino a Voltri (Genova).
Anche noi facciamo parte della sua “comunità contadina” e saremo felici di proporre appena possibile dei corsi in loco, con raccolta e preparazione di macerati, oleoliti e varie preparazioni utili a casa per tutti.