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Profumo di mare e di terra

In questi giorni ho avuto la possibilità di fare lunghe passeggiate in riva al mare, ascoltando il mio respiro, lasciando spazio a suoni, profumi e sensazioni che avevo bisogno di recuperare da tempo. Una delle sensazioni più belle è per me sentire la sabbia sotto i piedi, anche la sabbia bagnata sulla battigia, dove mi sono trovata a camminare e a riflettere e ricordare.

La prima cosa che ho ricordato è stato un sogno che facevo da piccola, sognavo di andare su una altalena e ad un certo punto volavo verso il mare. Un sogno fatto due o tre volte, identico, e rimasto impresso come l’avessi sognato ieri. La sensazione di andare verso il mare era intensa, non semplice, però andavo.

Lido degli Estensi, photo Alessandro Camoni

Siamo al Lido degli Estensi, in provincia di Ferrara, un luogo per me magico nel quale la propria sensibilità e interiorità sembra trovare spazio e corrispondenza. Un luogo nel quale i sensi possono “aprirsi” al mondo e la coscienza grazie a questo acquista maggiore consapevolezza. Così ho sentito quanto occuparsi di profumi e aromi sia occuparsi della Terra. Spesso visti come esseri “volatili”, noi che viviamo aromaterapia e profumeria “da dentro” sappiamo di essere profondamente ancorati alla terra, senza la quale nulla di olfattivo esisterebbe. La terra ci permette di elevare i nostri sentimenti e i nostri pensieri grazie ai profumi sprigionati dall’alchimia del vivente. La Terra, laboratorio permanente di vita, ci dona la possibilità di slanciare la nostra interiorità verso qualcosa di più ampio, grazie all’olfatto e gli aromi. Il profumo si appoggia, come fosse un colibrì, sul dorso dell’aquila del respiro. Questo flusso costante permette l’ingresso di sensazioni olfattive, che sono emozioni, sono ricordi, ma sono anche guarigione nel presente e verso il futuro. Noi non annusiamo, gustiamo, ascoltiamo suoni solo per ricordare. Noi viviamo i sensi per essere più noi stessi, qui e ora. Facendo questo, nuovi spazi interiori si aprono, e questo significa nuove scelte, nuove consapevolezze, nuove direzioni; o il rafforzamento della direzione in cui già siamo. Insomma, significa azioni concrete nella vita.

Dedicarsi all’esperienza della sensorialità è dare spazio a un processo di autoguarigione, laddove l’ancestralita’ dei nostri sensi e la consapevolezza che ne deriva ci conduce, passo a passo, verso noi stessi e verso il nostro ruolo nel mondo.

I Profumi amati da Venere

La figura della dea Venere è centrale in tutta la mitologia antica, ed essa è spesso associata alla presenza di profumi e sostanze odorose. Vedremo alcuni aromi che compaiono nella mitologia di Venere, dea dell’amore, ma forse più profondamente, dea del magnetismo che unisce le persone, dea delle relazioni e della loro “necessità”.

Innanzitutto, nell’inno orfico a Venere, troviamo un altro suo nome, Urania: Venere è infatti figlia di Urano, ma tale termine la designa probabilmente anche come “sostenitrice dei cieli”, come energia che presiede al magnetismo del cosmo, e come madre di Armonia. Tale qualità di armonizzazione del cosmo trova riflesso nella dimensione più terrena dei rapporti: ed ecco che Venere è la dea dell’amore umano, sia nel sentimento che nella carne. Sempre nell’inno orfico vediamo che sostiene e presiede proprio alle unioni tra esseri umani, e in generale a tutta la dimensione generativa.

autore: John William Goodward
autore: John William Goodward

Uno dei luoghi di Afrodite, secondo l’inno, è la Siria, “terra dell’incenso“. E con le resine questa dea ha una certa relazione: si innamora infatti di Adone, bellissimo figlio di Mirra, principessa che venne trasformata in questo albero portatore di resina odorosa dalla stessa Venere. Adone “nasce” proprio dall’albero di Mirra, e più tardi Venere se ne innamora a tal punto da contenderselo con Persefone.

Adone purtroppo morirà, e grazie al potere della dea (che verserà del nettare profumato) verrà trasformato nel fiore dell’anemone.

Ma Venere usa anche in altre occasioni il profumo come strumento di compassione: unge di essenza “celeste” di rose il corpo di Ettore (Iliade, XXIII) affinchè si conservi – e qui l’uso di un profumo “regale” vuole forse restituire tutta l’importanza e la virtù dell’eroe stesso.

Policarmo di Naucrati ci narra un altro momento in cui la dea si manifesta attraverso i profumi: un commerciante di nome Erostrato, che aveva con sè una statuetta della dea, si trova per mare in mezzo a una tempesta. Tutti i marinai della nave disperati si rifugiano accanto alla piccola statua di Afrodite posseduta dal commerciante, pregandola di aiutarli. Quando la disperazione è al culmine, la dea materializza accanto alla statuetta tanti rami di mirto, e sparge un profumo delizioso in tutta la nave. In questo modo la tempesta si quieta e il giorno dopo la nave arriva al porto con tutti i marinai salvi. Erostrato va al tempio di Venere portando la statuetta e i rami di mirto, e organizza un banchetto, durante il quale offre delle corone di mirto a tutti i convitati.

Il profumo di mirto, il profumo di rosa… Venere, dea dalle tante sfaccettature, compare nel suo aspetto compassionevole attraverso aromi intensi e avvolgenti, che sanno sollevare l’animo e che custodiscono e proteggono. Il profumo di mirto pare interessante come “àncora” di salvezza notturna in mezzo alla tempesta: in aromaterapia abbiamo il Myrtus communis chemotipo acetato di mirtenile, che è una essenza deliziosa per il relax, e che può forse aiutare a ritrovare un’àncora interiore in momenti…tempestosi o semplicemente donarci dei momenti sereni da soli o in coppia!

[Referenza bibliografica: “Il profumo nel mondo antico”, di Giuseppe Squillace, ed. Olschki]