Quando si parla di primo chakra, in genere si parla di radicamento. Questo concetto, apparentemente semplice, in realtà racchiude in sè molte sfaccettature, che ora cerchiamo di esplorare insieme. Quando parliamo di radicamento, parliamo di una dimensione interiore di stabilità e presenza. Potremmo dire “avere i piedi per terra”. Ma che cosa significa? E soprattutto, come si può ritornare con i piedi per terra (come si può essere più presenti a se stessi?). La prima risposta è: attraverso il corpo, le sensazioni corporee. Uno dei modi più semplici per ritornare nel qui e ora è sentire il proprio corpo. Un esempio è quando facciamo qualcosa che ci piace (per esempio quando mangiamo qualcosa di buono!). Dove siamo in quel momento? Siamo tutti nella sensazione di piacere, alla quale poi seguono immagini, comparazioni ecc…però quando sentiamo una sensazione piacevole siamo nel presente. Questo si potrebbe dire anche delle sensazioni spiacevoli: a volte per prendere coscienza di alcune situazioni della vita bisogna sentire anche il dolore. La cosiddetta resilienza è proprio la capacità di sentire dolore trasformando l’esperienza in qualcosa di costruttivo.
Ritorniamo al nostro primo chakra…
Quali oli essenziali possono risuonare con il primo chakra? Quali essenze possono aiutarci nel nostro percorso di recupero della nostra storia personale fino, forse, a toccare delle radici collettive che non sono solo della nostra famiglia di origine, ma sono ancestrali?
Una essenza chiave in questo secondo me è la Mirra (Commiphora mirra). Ogni volta che la annuso mi sembra un salto nel tempo, in una dimensione collettiva e che definirei “femminile” e terrestre. La mirra ci parla di altre epoche, di radici storiche e ancestrali, di terra e terrestrità. Di stare bene nel mondo, di appartenere a noi stessi e al genere umano, in particolare con una sfumatura femminile, ctonia, radicata, calda, stabile. Qualcosa che ci rassicura che abbiamo una provenienza e che quindi non solo abbiamo un senso ora, ma abbiamo anche una direzione. Ecco allora che l’olio essenziale di resina di Mirra diventa importante per le persone che hanno difficoltà di relazione con la propria famiglia di provenienza, o col territorio di provenienza, o per mille ragioni non hanno avuto una famiglia accogliente e/o stabile. Nell’antichità il concetto di famiglia era spesso allargato, in realtà lo è ancora adesso in alcune famiglie tribali. In poche parole, nessun bimbo cresceva solo con mamma e papà, ma cresceva nella comunità, cresceva in un “grembo materno allargato“. Questa è una dimensione a noi oggi quasi sconosciuta, ma di cui credo abbiamo ancora bisogno, proprio in un’epoca nella quale c’è tanto sbilanciamento e “elemento aria”. Le amicizie oggi possono essere quella famiglia allargata che può farci stare bene. E se tutto questo ti risuona, annusare la mirra, metterla in diffusione nell’ambiente come olio essenziale o fumigarla come resina può essere un grande aiuto.